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7.5.18

Una cucina piena di ricordi.

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Cover photo: Cuanta Pasion

Ho sempre amato avere cose, fin da piccola. Mi affeziono agli oggetti e me ne separo a fatica. Se ogni tanto non facessi una violenza verso me stessa per liberarmi di tante cose inutili raccolte nel corso anni, non avrei mai una casa abbastanza grande per contenere tutto e sarei classificata come accumulatrice seriale.

Da piccola poi ero veramente possessiva, guai a chi toccava i miei giocattoli. Ricordo che quando a scuola ci fecero leggere il racconto "La roba" di Verga, io mi immedesimai tanto nel protagonista da aver vergogna di me stessa. E mi rammaricai al pensiero che alcune cose a me molto care, un giorno lontano non avrei davvero potuto portarle nella tomba con me.

Così, ogni tanto faccio pulizia e butto o, preferibilmente, regalo quello che non mi serve più. Facebook aiuta in questo, ci sono tanti gruppi di "regalo" e io periodicamente li visito per sbarazzarmi di qualcosa, come in questi giorni di cambio armadi. Oggi, scorrendo i post, mi sono imbattuta nella foto di una vecchia cucina degli anni '60 e ho avuto un tuffo al cuore: era la stessa cucina che avevamo a casa, fino all'84, anno del trasloco da Treviso a Padova. La nostra era giallina.

La cucina come quella dei miei
Mia mamma la adorava, l'aveva scelta appena sposata con tanto gusto ed entusiasmo, ma oramai dopo 3 traslochi era piuttosto rovinata; così i miei decisero di sostituirla con una più moderna, studiata apposta per la nuova casa a Padova. La nuova cucina era bella, funzionale, spaziosa. Un bel tavolo attorno al quale mangiavamo con la famiglia, mio padre e mia madre a capotavola, ma anche il posto perfetto per lunghe partite a canasta con la zia, per le chiacchierate con gli amici, e per me lo spazio per disegnare e dipingere senza mettere disordine in sala, dato che la scrivania in cameretta era piccola.

Decidiamo continuamente di sostituire cose vecchie magari ancora utili e funzionali con altre più nuove, ma il carico di ricordi che si portano appresso non si può rimpiazzare. Con gli anni che passano, la nostalgia si fa più frequente e ora chissà che darei per riavere la vecchia cucina, o la sala da pranzo di mia nonna, la vecchia camera da letto dei miei. La testata in ottone del lettone era bellissima, ora la vorrei. Quanti ricordi! Tutte queste cose oramai saranno state distrutte, rottamate. E al momento, cambiarle sembrava la soluzione migliore.

Forse invecchiando si comincia a preferire le cose vecchie, chissà.
1.5.18

La festa dei lavoratori nei manifesti.

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Se c'è una cosa che accomuna tutti gli esseri umani è la necessità di lavorare per poter vivere dignitosamente la propria esistenza. La giornata dei lavoratori è festeggiata ovunque, ma purtroppo da alcuni anni in Italia e altrove il lavoro manca o è male gestito da chi dovrebbe favorire l'occupazione. Leggendo i primi articoli della nostra bellissima Costituzione, ci si rende conto che sono stati quasi tutti disattesi a scapito delle persone che vivono qui.

Personalmente credo che al giorno d'oggi l'essere umano dovrebbe lavorare meno ore per potersi dedicare alla famiglia e alla propria vita privata, permettendo così anche ad altri di poter lavorare. Utopie? In alcuni Paesi più civili di noi già lo fanno, con ottimi risultati alche relativi alla produzione che invece di diminuire è aumentata, perché se un uomo è felice lavora sicuramente meglio di quando è stressato, sfruttato, mobbizzato. Per chi volesse approfondire segnalo questo articolo che parla dell'esperienza di un'azienda Svedese (ma cercando si trovano molti altri esempi):

Svezia, «Lavoriamo 6 ore: siamo più concentrati e ci ammaliamo di meno»

Amarezze a parte, ho pensato di raccogliere in una bacheca di Pinterest alcuni esempi di manifesti realizzati in varie epoche e diversi paesi; la maggior parte sono di propaganda comunista (o comunque sovietici), altri nazista, ma in quasi tutti si vede il lavoratore fiero e felice del suo ruolo nella società.

Torneremo ad essere lavoratori felici? Soddisfatti? Gratificati? Lo auguro a tutti gli italiani.

Buon Primo Maggio!


Roberta Gramazio | P.I. 03590360240 | I-24042 Capriate S.G. (BG) | Via Pradella, 21 | +39.348.0055734